Presupposti per le lezioni di Tecnica per la Donna – di Lidia Ferrari
Come nella pesca alla mosca, il tango mostra suoi colori vivaci e suoi movimenti attrattivi. Ma al morderlo, zac! ne resti catturato. È la parte appariscente del tango a sedurci. Però questa metafora dell’esca ci rivela anche dei pericoli. Notiamo la parte adornata, i colori chiassosi, e se ci fermiamo all’apparenza restiamo vittime del nostro fascino per essa.
Per noi donne questo ha molte conseguenze. Quando moviamo i primi passi, e anche dopo aver fatto strada, crediamo ancora che siano gli ornamenti, i movimenti graziosi dei piedi, e le scarpe, a creare il protagonismo del nostro ballo. Siccome crediamo di doverci lasciare soltanto condurre, lasciamo in disparte la nostra autonomia, il nostro senso personale del ballo. Giochiamo ad essere docili, perchè, per un momento, adoriamo farci condurre e adorniamo il tango.
Ci mascheriamo per poter essere invitate a ballare, perché noi donne vogliamo assecondare gli sguardi degli uomini.
Quindi, in molte lezioni di tecnica per le donne si insegna ad adornare, a far svolazzare le gambe, ad eseguire firuletes (abbellimenti, fioriture). E, che ne è della struttura del ballo della donna? Come se per il fatto di saper eseguire un boleo da sole, sapremo poi quando e come eseguirlo nel bel mezzo di un ballo?
Sono tutti così occupati ad insegnare agli uomini a realizzare le figure al punto di credere che la donna abbia un ruolo secondario. Il tango è un incontro dinamico tra due corpi, uno dipende dall’altro.
Il ruolo di protagonista della donna viene declamato ma non praticato. Per molti, il ruolo della donna è quello della principessa della fiaba; e pensano che l’uomo, nel ballare, debba riverirla come una regina. Sfugge che il fondamento del ballo della donna non dipende dai suoi adorni, né dai suoi piedini graziosi, ma dal come muove i piedi ballando, da come risponde e da come propone il proprio modo di ballare. I suoi adorni non sono indipendenti dalla sua sospensione, dal modo di stare sul proprio asse, dalla sua saldezza e accuratezza nell’eseguire i passi. Anche dalla sua sensualità nel ballare, ma la sua sensibilità non si esprime indipendentemente dal come lei si imposta nel ballare.
Le mie lezioni di tecnica femminile potrebbero essere lezioni sugli elementi fondamentali del ballo per la donna. Gli adorni/abbellimenti non sono delle protesi, staccati dal resto, ma nascono dalla dinamica del ballo a due. Noi lavoriamo per rendere chiaro e visibile che la donna costituisce il 50% del tango.
Stage di Tecnica Femminile con Lidia Ferrari - 25 Novembre (Silea, Treviso)
Traduzione di Pietro Adorni – 4/11/2012
Come nella pesca alla mosca, il tango mostra suoi colori vivaci e suoi movimenti attrattivi. Ma al morderlo, zac! ne resti catturato. È la parte appariscente del tango a sedurci. Però questa metafora dell’esca ci rivela anche dei pericoli. Notiamo la parte adornata, i colori chiassosi, e se ci fermiamo all’apparenza restiamo vittime del nostro fascino per essa.
Per noi donne questo ha molte conseguenze. Quando moviamo i primi passi, e anche dopo aver fatto strada, crediamo ancora che siano gli ornamenti, i movimenti graziosi dei piedi, e le scarpe, a creare il protagonismo del nostro ballo. Siccome crediamo di doverci lasciare soltanto condurre, lasciamo in disparte la nostra autonomia, il nostro senso personale del ballo. Giochiamo ad essere docili, perchè, per un momento, adoriamo farci condurre e adorniamo il tango.
Ci mascheriamo per poter essere invitate a ballare, perché noi donne vogliamo assecondare gli sguardi degli uomini.
Quindi, in molte lezioni di tecnica per le donne si insegna ad adornare, a far svolazzare le gambe, ad eseguire firuletes (abbellimenti, fioriture). E, che ne è della struttura del ballo della donna? Come se per il fatto di saper eseguire un boleo da sole, sapremo poi quando e come eseguirlo nel bel mezzo di un ballo?
Sono tutti così occupati ad insegnare agli uomini a realizzare le figure al punto di credere che la donna abbia un ruolo secondario. Il tango è un incontro dinamico tra due corpi, uno dipende dall’altro.
Il ruolo di protagonista della donna viene declamato ma non praticato. Per molti, il ruolo della donna è quello della principessa della fiaba; e pensano che l’uomo, nel ballare, debba riverirla come una regina. Sfugge che il fondamento del ballo della donna non dipende dai suoi adorni, né dai suoi piedini graziosi, ma dal come muove i piedi ballando, da come risponde e da come propone il proprio modo di ballare. I suoi adorni non sono indipendenti dalla sua sospensione, dal modo di stare sul proprio asse, dalla sua saldezza e accuratezza nell’eseguire i passi. Anche dalla sua sensualità nel ballare, ma la sua sensibilità non si esprime indipendentemente dal come lei si imposta nel ballare.
Le mie lezioni di tecnica femminile potrebbero essere lezioni sugli elementi fondamentali del ballo per la donna. Gli adorni/abbellimenti non sono delle protesi, staccati dal resto, ma nascono dalla dinamica del ballo a due. Noi lavoriamo per rendere chiaro e visibile che la donna costituisce il 50% del tango.
Stage di Tecnica Femminile con Lidia Ferrari - 25 Novembre (Silea, Treviso)
Traduzione di Pietro Adorni – 4/11/2012