QUAL E’ IL MODO MIGLIORE PER IMPARARE A BALLARE IL TANGO?
Fragmento del libro: TANGO. I SEGRETI DI UN BALLO, di LIDIA FERRARI. Gremese editore, 2013.
Partendo dai risultati ottenuti con gli allievi, ho potuto dedurre quali sono i modi più proficui, sia per quanto riguarda la qualità di quel che s’impara, che per il tempo che occorre per ballar bene il tango. Ovviamente, parlo riferendomi alla mia esperienza. Una materia così labile, come quella del ballare il tango, presuppone molti modi possibili di insegnare e molti di imparare. Mai si dovrà perdere la peculiarità di quest’esperienza di trasmissione.
La continuità con un maestro.
In primo luogo, la variabile della continuità è preziosa, se non indispensabile.
La continuità con un maestro, nel tempo, consente che l’insegnamento fruttifichi al meglio poiché si vanno acquisendo metodicamente gli strumenti, in una forma di complessità crescente (se il maestro ha una didattica con queste caratteristiche).
Dato che, di solito, ogni maestro ha la sua metodica, la sua personalità, il suo modo d’insegnare, il suo desiderio maggiore o minore di trasmissione, questo rende possibile un’acquisizione non caotica o confusa tra maestri diversi allo stesso tempo.
E’ chiaro che è necessario trovare il maestro più appropriato. Forse, prima va cercato. Poiché maestri e allievi sono diversi, ci sono didattiche che si adattano meglio a certi allievi. Ci possono essere allievi che apprezzano maestri dai tratti autorevoli o allievi cui serve un maestro che osservi e corregga le loro difficoltà, così come ci sono allievi che non desiderano che siano fatte loro correzioni (o osservazioni) poiché sentono ferito il loro orgoglio. Una volta che si è trovato il maestro, sia per le referenze, per aver già provato con diversi o così per caso, è raccomandabile rimanere con lui per un certo tempo.
La continuità nel tempo
La continuità nel tempo rende possibile l’andar migliorando ogni volta e in modo graduale. Forse occorreranno settimane o mesi. E’ indispensabile una certa continuità per un’evoluzione graduale e progressiva. Una volta raggiunto un certo livello di ballo, si potranno trovare altri maestri e altre esperienze.
Suggerimenti per l’apprendimento del tango nei diversi livelli
Livello principiante:
Il livello “principiante” è quello che più ha bisogno di essere accompagnato da un maestro, poiché l’acquisizione di una buona base è la miglior porta d’accesso al poter ballar bene il tango. All’inizio tutto conta, poiché, allo stesso tempo, si deve capire la struttura del ballo, sistemare bene la postura, l’abbraccio, cominciare a imparare quel linguaggio corporeo (come una lingua insolita) per cominciare a comunicare col partner e creare la connessione con la musica.
E’ il momento di maggior difficoltà, nel quale, è chiaro, occorrono concentrazione e lavoro, perché non si possiedono ancora gli strumenti per lasciarsi trasportare dal ballo.
Un altro motivo per cui si rende necessaria la guida del maestro è perché quando ci si esercita senza la sua guida, si corre il rischio di ripetere errori, difficili da correggere una volta assimilati. Questo è il momento in cui la guida di un buon maestro è decisiva.
Livello Intermedio:
Definirei il livello intermedio nel tango quando non si deve più pensare troppo alle questioni tecniche, quando ormai si può ballare improvvisando un po' più rilassato. Quando ormai si comincia a godere il ballo e la musica. Quando ormai si capisce meglio il livello del partner, quando si capisce se un partner guida bene o meno bene per la ballerina, e quando una donna lo sa seguire e lo aiuta nel ballo, per il ballerino.
A volte si crede di non poter avanzare/migliorare, ma è proprio il rendersi consapevole dei propri limiti quel che ci consentirà di progredire e di renderci conto del tipo d’insegnamento di cui abbiamo bisogno. A questo punto è importante ballare molto. Si deve cominciare a non stare tanto concentrato sulla parte tecnica, ma sulla connessione col partner e la musica.
Si ha bisogno della guida di un maestro per perfezionare il proprio stile, per potersi togliere di dosso alcuni difetti posturali, di meccanica dei passi o di comunicazione col proprio partner. È il momento in cui una buona diagnosi della sua situazione, partendo da un maestro che egli riconosca come valido, può aiutarlo a migliorare certe cose molto precise che sono correlate alla creazione del proprio stile di ballo.
Un corso di perfezionamento per allievi di livello intermedio lo può aiutare:
- A trovare la propria personalità nel ballo.
- A perfezionare il proprio stile.
Se si fa una diagnosi del tango di cui dispone l'allievo, e di quali sono i traguardi che vuole raggiungere, l'alunno potrà focalizzarsi nel ripulire il proprio stile, nel superare certe difficoltà e accrescere le proprie capacità. Questo è il momento in cui si cominciano ad adattare le figure in modo migliore, si incomincia a ballarle improvvisando e si realizzano in relazione con la musica.
Livello Avanzato:
Il ballerino di livello avanzato ormai balla con scioltezza, si lascia trasportare dalla musica e balla in connessione col partner. Improvvisa e può persino sentire che sta inventando passi. E’ consapevole di poter continuare a imparare. Sa cosa può prendere e da chi. Può apprendere anche soltanto guardando ed esercitandosi. E’ il momento in cui ci si rende consapevoli di poter sempre imparare qualcosa in più e dove si comincia ad acquisire consapevolezza del proprio stile.
Un maestro è necessario soltanto quando si vogliono elaborare cose precise, siano esse figure, modi di eseguirle, cioè, caratteristiche o sfumature che si vogliono conseguire, e che non possono essere realizzate da soli. Sono anche momenti nei quali ascoltare molte musiche, osservare diversi modi d’interpretazione, prendere coscienza della variabilità della musica e dello stile d’interpretazione che è proposta, conducono a una ricerca di rinnovamento nell’interpretazione musicale. Come si vedrà, poniamo sempre la funzione del maestro in una relazione personale. Sia nelle lezioni individuali sia in quelle di gruppo, un maestro che guida deve essere in relazione personale con l’allievo, perché la trasmissione sia solida.
George Steiner (1) afferma che “la voce del maestro è molto più risolutiva che qualsiasi libro”. Con questo concetto ricorda Platone, e concordiamo che, nella trasmissione, quello che conta è la relazione personale col maestro.
Chiarimento sui termini “principiante”, “intermedio” e “avanzato”
Utilizzo la distinzione tra principiante, intermedio e avanzato, in modo flessibile.
Non si può dire che una persona ha un determinato livello per la quantità di tempo che ha ballato.
Si intende, quando si parla di principiante, che è qualcuno che sta muovendo i suoi primi passi nel tango.
Il tempo che ogni persona richiede per poter sentire che sta avanzando e che il suo livello migliora, è relativo e molto personale. Dipende dalle proprie capacità e difficoltà, dalla pratica, dal modo in cui ha imparato, dai maestri che ha, dalla passione che ci mette, dal suo rapporto col proprio corpo, da quanto tempo balla e da tante altre variabili.
Suggerimenti per ottimizzare i risultati
- Per i principianti
a. Corso intensivo di tipo individuale e accelerato. (Diverse ore al giorno per un tempo determinato)
Ritengo che la modalità che ingloba due vantaggi: quello di imparare nel migliore dei modi e più rapidamente, sia quella di un corso intensivo di diversi giorni (una settimana, dieci o venti giorni, un mese), e di diverse ore al giorno, con lo stesso professore, in modo continuativo. Per una persona,
per una coppia, o per non più di quattro persone. Un corso così prolungato è fatto a misura dell’allievo. La relazione tra maestro e allievo è molto personale e intensa, come lo sono le relazioni significative di interscambio tra maestro e discepolo. In pedagogia, si sa che le classi magistrali nelle quali il maestro è un'entità lontana dall’alunno non sono le più produttive.
Perciò, in un corso di questo tipo, l’interscambio è più stretto. Il maestro è lì per correggere, osservare le difficoltà, aiutare ad affrontarle, intervenendo sulle difficoltà specifiche di ciascun allievo.
E’ ovvio che, così come esistono diverse modalità di insegnare a ballare, esistono diversi modi di imparare. Non tutti imparano allo stesso modo con lo stesso maestro.
Per un ballo personale, un insegnamento personalizzato.
Come afferma George Steiner, nelle arti e negli atti di insegnamento è contemplato un processo di interscambio: “La donazione si ripresenta reciproca, come succede nei labirinti dell'amore”.
La relazione peculiare tra maestro e allievo, che s’instaurerà nel tempo di lavoro comune, è la più appropriata per imparare a ballare il tango. Un ballo personale, in cui ognuno può esprimersi, un ballo
lontano dallo standard. L’obiettivo principale è che ciascuno possa creare
il proprio stile di ballo. Pertanto, iniziare altresì con un percorso particolare, contribuirà a quello stile personale. Non si intende dire che, nel giro di una settimana o dieci giorni di corso intensivo, si sia già un ballerino provetto di tango, bensì che si possono acquisire gli strumenti basilari nel modo migliore per seguire il percorso personale che, ovviamente, non si concluderà mai, perché il tango può sempre andare un po' oltre.
Il miglior modo di imparare a ballare è quello in forma personalizzata e intensiva perchè:
- L’informazione non si disperde, ma si evolve in un modo di complessità crescente.
- La concentrazione accelera e intensifica l’apprendimento.
- L’insegnamento viene focalizzato con tutta l’attenzione sulle necessità di ciascun allievo.
- Si correggono gli errori e si sviluppano le proprie capacità, per tutto il tempo e in poco tempo.
b. Corso continuativo con un maestro.
La seconda modalità, se la prima non fosse possibile, è quella della continuità con un maestro in modo stabile, una, due, tre volte, per settimana. Occorre un maestro con una metodologia che insegni gradualmente dalla minore alla maggiore complessità.
Lezioni individuali: Nell’ambito di questa possibilità le lezioni individuali sono le migliori, delle quali abbiamo già segnalato il pregio nella modalità precedente. Seguire un maestro per sei mesi o un anno, ogni settimana, è un modo molto proficuo per l’apprendimento. In questo caso si aggiunge un vantaggio ed è che, inoltre, l’allievo può continuare a fare pratica e cominciare a ballare nei luoghi sociali, quindi l'apprendimento prenderà il suo tempo, però con la pratica che è imprescindibile.
Lezioni di gruppo: La continuità con un maestro, per uno o due anni, una o diverse volte per settimana, anche nelle lezioni di gruppo, darà i suoi frutti. Se le lezioni son molto numerose, l’insegnante non può osservare e correggere gli errori di tutti; quindi l’apprendimento diventa standard, senza una relazione personale col maestro e, pertanto, senza l’opportunità di verificare se ci si sta appropriando bene, o no, di quello che insegna. Non suggerisco di iniziare con classi troppo numerose, con più di trenta o quaranta allievi.
Per un principiante, le esperienze occasionali e sporadiche, di lezioni con diversi insegnanti non sono le più utili. Non possiede ancora gli strumenti per capire e potrebbe, quindi, scoraggiarsi poiché ciascun maestro insegna qualcosa di diverso e con metodologie diverse.
È probabile che nel giro di una settimana non ricordi niente di quel che ha imparato. Questi luoghi sono interessanti come punti di incontro sociale con altre persone, e possono essere anche un’occasione per conoscere e scegliere qualche maestro, se ancora non lo si è trovato. I ballerini avanzati possono sfruttare meglio queste occasioni.
Scartiamo, per un principiante assoluto o oltremodo principiante, l’imparare coi video. I video possono risultare molto utili quando uno possiede già un livello intermedio di ballo, per cui comprende meglio le figure, ma non per coloro che hanno appena cominciato.
Ripetiamo che ballare il tango non è eseguire figure. Il video mostra le figure. Anche se girato al rallentatore, il video non può mostrare il modo di indicare la guida e il modo di capire la stessa da parte dei ballerini. Chi guarda i video non riesce a capire nemmeno come faccia l’uomo ad indicare un determinato movimento alla donna e come faccia lei a capirlo.
Pertanto, questo allievo ripeterà quella figura in modo meccanico, senza poterne assimilare la dinamica che li fa ballare. Certo, il video può essere molto utile ai ballerini già consolidati. Anche per vedere modi diversi di ballare.
Importante per coloro che hanno appena iniziato:
Quando una persona fa pratica, appena iniziato l’apprendimento, e non ha l’opportunità di avere qualcuno che lo osservi, può accadere che faccia pratica anche degli errori e che questi s’immettano nel suo modo di ballare, senza che l'allievo se ne renda conto. Sebbene, a ballare, si impari ballando, se s’è appena cominciato, può succedere che si commettano errori o si usino modi inadeguati che, in seguito, saranno più difficili da correggere. Perciò conviene evitare di esercitarsi negli errori, salvo che ci sia qualcuno che possa aiutare a individuarli e a segnalarli.
Chiarimento: Si può imparare sempre, in molti modi. Non diremo come si deve fare, perché gli strumenti della didattica sono molto personali. Stiamo presentando la nostra esperienza e l'analisi e le conclusioni che abbiamo ponderato partendo da essa.
- Per gli allievi di livello intermedio
Una volta percorso un buon tratto, compresa ormai la struttura, e fatto pratica ballando, è probabile che si incontrino momento di pausa nell'apprendimento, in cui si ha la sensazione di non progredire.
Questa percezione può essere dovuta a:
1) Che si è giunti ad un punto sicuro e che si è consapevoli di alcuni limiti, ma non si è riusciti ancora a superarli. Il consiglio, in quei casi, è insistere nel ballo, nell’esercitarsi, nel cambiare partner, e ricorrere ad un maestro, o a qualcuno più avanzato, affinché questi possa valutare le ragioni di questa sensazione di stallo.
2) Forse si è in un momento in cui si ha bisogno di cambiare maestro e di vivere nuove esperienze o di esercitarsi maggiormente nel ballo. Potrebbe anche trattarsi di un momento di maggiore consapevolezza e forse si scopre di aver imparato in un modo insoddisfacente e che è tempo di sperimentare dei cambiamenti.
- Per gli alunni di livello avanzato
A ballare si impara ballando.
Una volta che si è giunti a un certo momento di sicurezza e fermezza nel ballo, occorre solo ballare. Nelle milongas, soprattutto. Quelli che desiderano professionalizzarsi dovranno dedicarsi a far pratica e a ballare molto.
Anche a coloro che hanno aspirazioni professionali di ballare negli spettacoli, ballare nelle milongas insegna molto. Si acquisiscono la fluidità e la plasticità che derivano dal condividere uno spazio.
Inoltre, si è molto vicini al conseguire le conoscenze che riflettono un tango argentino autentico. Anche per coloro che vogliono dedicarsi a realizzare show è importante che si connettano con la sensibilità, con la musica e il partner e che non privilegino gli aspetti coreografici, perché avranno capacità per eseguire coreografie complesse però mancherà loro l’anima del tango. Questo, sebbene non appaia evidente, lo si può notare. Il pubblico riesce a distinguere tra tecnica e anima, sebbene non siano contraddittorie. E’ indispensabile una buona tecnica per esprimere la propria arte. Ma senza arte, si realizza una tecnica senza anima.
Ballare con persone diverse
Si raccomanda, sin dall’inizio, di ballare con persone diverse.
Se si impara e si fa pratica sempre e soltanto con lo stesso partner (marito e moglie che non accettano di cambiare partner, ad esempio), può avvenire che i loro movimenti si automatizzino, si ripetano e che il guidare e il seguire vengano realizzati meccanicamente. Corrono il rischio di ripetere difetti, senza rendersene conto. La donna risponde in un modo, perché già lo sa, e l'uomo crede d’esser lui a guidarla. La possibilità di cambiare compagno è molto preziosa al momento di imparare, nei distinti livelli, ed anche al momento di ballare.
Anche ballare con coloro che hanno un livello di ballo inferiore al proprio, è d’aiuto.
- Per le donne, perché devono elaborare il proprio ballo, per potersi reggere e ballare nel miglior modo possibile, anche quando non vengono guidate bene.
- Per l’uomo, perchè una donna di livello minore esige una guida chiara, e lo sfida a farsi capire.
Gli altri maestri
Il tempo, quel grande maestro.
È necessario ricordare la frase attribuita al geniale Aníbal Troilo: “Il tango ti aspetta”. A volte, ciò è stato inteso come una questione di età, cioè, che si è in condizioni di comprendere, vivere e godere il tango se si è più avanti con gli anni, se non si è tanto giovani. Immagino che si riferisca all’esperienza di vita indispensabile ma, soprattutto, al tempo per assimilare, comprendere e vivere il tango. Entrare nel suo mondo è facile, ma per rimanervi serve tempo, il che non si può schivare. Non c'è fretta, e se c’è, non c'è niente da fare. Il tango ha bisogno di tempo.
L’umiltà
Sempre per la stessa ragione che “il tango ti aspetta”, bisogna affrontarlo e prenderlo con umiltà. Ballare il tango, ed entrare nella cultura che lo sostiene e lo contiene, si deve fare partendo con una certa umiltà, come quando si entra in un tempio. Non si tratta di riverirlo, bensì di rispettare i propri tempi di assimilazione di un qualcosa di complesso. Le mode sono passeggere.
Nel tango si può entrare perchè è di moda, ma per viverlo appieno si dovrà lasciare la lievità di avvicinarsi dalle sponde, per addentrarsi nelle sue acque. Se lo si fa, partendo dall’umiltà, si sarà nelle condizioni migliori per conoscerlo e goderlo.
La spontaneità
E’ necessario ballare. E’ il desiderio quel che conta. A volte, nel ballare, è meglio non aver troppa consapevolezza del proprio corpo, almeno, di una determinata consapevolezza, quella di un sapere esauriente. Lasciarsi guidare, sia per l’uomo che per la donna. Essere vanitosi del proprio corpo può servire ma, di solito, quando lo dimentichiamo possiamo farne un uso migliore. Troppa concentrazione sul proprio corpo può essere d’ostacolo. Ognuno dovrà individuare com’è il rapporto col proprio corpo. Né ossessionarsi per i movimenti e fattori che lo fanno ballare, perché il corpo si trasforma in un corpo ortopedico, né credere alla propria sensibilità immaginaria che gli fa pensare che perché riproduce un movimento che ha visto, quel movimento è equivalente a quello che ha pensato di fare.
Come sempre: non esagerare nella ricerca raffinata ed ossessiva della consapevolezza dei movimenti né smettere di osservare quel che facciamo, né di osservare come lo facciamo. Di solito, un maestro avvezzo a scoprire quali sono le nostre difficoltà al momento di voler ballare, può aiutarci.
A volte ci guardiamo allo specchio ma non vediamo quel che non funziona. Potrebbe essere d’aiuto un video, filmarci per vedere com’è la nostra postura, come ci muoviamo. Ma ciò, sempre che possediamo un senso critico nel soppesare/paragonare. Ma non troppo critico, come se non volessimo continuare ad imparare. In alcune opportunità, forse conviene tenere presente la conclusione del calabrone: “E’ stato appurato che il calabrone, aerodinamicamente, non potrebbe volare dato il suo peso, volume e forma, ma lui non lo sa!".
Ma, è necessario essere in due per ballare il tango
Se dividiamo i ruoli della donna e dell’uomo, onde poter utilizzare tecniche che li aiutino, non dobbiamo dimenticare che “it takes two to tango”. Separati non possono ballare. Ciascuno si preparerà nel contribuire al team: la coppia.
Così come bisogna essere in due per ballare il tango, anche l’impegno viene condiviso. Nessuno dei due, ballerino e ballerina, possono ballare senza l’impegno totale per il proprio ballo e per la connessione col proprio partner.
Fragmento del libro: TANGO. I SEGRETI DI UN BALLO, di LIDIA FERRARI. Gremese editore, 2013.
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Traduzione: Pietro Adorni
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